giannizzeri

Giannizzeri, la fanteria d’élite dell’Impero ottomano

Alba e declino dei giannizzeri, una delle fanterie più formidabili di tutta la Storia

Alba e gloria dei giannizzeri

Secondo la tradizione, il corpo dei giannizzeri venne fondato da Orhan I, il secondo sultano dell’Impero ottomano, al fine di dare al neonato potentato una fanteria scelta, in grado di distinguersi da tutte quelle degli altri stati turchi dell’epoca. I turchi, infatti, in quanto popolazione di origine nomade, vedeva nel cavallo l’idea di potenza e nobiltà, guardando con disprezzo i soldati appiedati, andando a servire in quei ranghi con estremo fastidio e facilitando così i casi di insubordinazione; non a caso Orhan scelse di servirsi perlopiù di prigionieri di guerra (di qualsiasi religione fossero). La nuova formazione fu allora chiamata Yeniçeri ovvero “nuova milizia” in turco ottomano. I giannizzeri come li conosciamo oggi, tuttavia, comparvero solo più avanti con la conquista di Edirne e della Rumelia da parte di Murad I, che fu colui che ne formalizzò la nascita istituendo codici e leggi, inclusi i primi casi di devşirme, la “raccolta”.

Su tale elemento ci sarebbe davvero fin troppo da dire ma, sintetizzando, venivano presi ciclicamente i bambini dagli 8 ai 10 anni delle popolazioni cristiane sottomesse (provenienti soprattutto da Albania, Macedonia e Bosnia), i quali venivano fatti convertire all’Islam e divenivano servitori di proprietà esclusiva del sultano; in base alle attitudini dimostrate, essi potevano diventare: servi di palazzo, scriba, clero o giannizzeri. Anche per via delle sofferenze iniziali e della gloria poi acquisita, quest’ultimi divennero uno dei reparti più efficaci e feroci di fanteria per almeno 3 secoli. Da sottolineare che anche Mimar Sinan, il più grande architetto della storia ottomana, in origine fu un giannizzero.

Declino

A partire dal 16° secolo il potere e il prestigio dei giannizzeri si fece così forte che furono in molti, anche fra i musulmani, a volersi vantare di tale titolo, il che li trasformò in breve tempo in qualcosa di molto diverso dal rigido corpo di fanteria di un tempo, favorendo anche un’incredibile instabilità politica all’interno dell’Impero. Il devşirme si trasformò da qualcosa di tremendo a un’opportunità di carriera e, specie in Bosnia ed Albania, vi iniziarono ad essere famiglie che offrivano con piacere i propri figli, iniziando a scardinare il ferreo meccanismo. I giannizzeri iniziarono poi a ribellarsi al sultano, arrivando a uccidere Osman II e Ibrahim I e trasformandosi da efficienti soldati a spine nel fianco di stampo estremamente conservatore. Nel 17° secolo fecero introdurre la possibilità di far accedere all’incarico anche i propri figli, poi eliminarono l’obbligo del taglio della barba e infine cancellarono definitivamente anche lo stesso devşirme.

Atatürk con l’abito tradizionale dei giannizzeri

Con la sempre maggior inefficienza bellica, tale corpo divenne sempre più intransigente al cambiamento, al punto da uccidere Selim III, che per primo propose una serie di cambiamenti duraturi e strutturali all’interno dell’esercito ottomano. Sarà poi suo cugino, Mahmud II a sbarazzarsene definitivamente nel 1826, in una sorta di “contro-colpo di stato” passato alla storia come “Vaka-ı Hayriye“, “L’Evento Fortunato”. Conscio dell’ingestibilità dei giannizzeri, Mahmud II si dedicò soprattutto allo sviluppo degli altri corpi militari come l’artiglieria, arrivando solo gradualmente, mai in modo sempre più crescente, a toccare la fanteria; ciò gli permise di controllare ed invogliare una loro rivolta, che si manifestò il 15 giugno. Come di consueto, i giannizzeri si diressero in protesta verso il Palazzo Topkapı, ma ad accoglierli trovarono delle squadre di sipahi (cavalleria nobile ottomana) che ne uccise diversi e li respinse nelle proprie caserme, le quali furono bombardate con i nuovi e potenti mezzi d’artiglieria, uccidendone circa 4000. Tutti i superstiti rivoltosi furono arrestati e messi a morte per impiccagione. Dopo il Vaka-ı Hayriye l’ordine venne definitivamente sciolto ma, se questo costituì sicuramente una liberazione per il sultano, dall’altro gli ex giannizzeri andarono a fomentare le rivolte nei Balcani, che porteranno poi l’Impero a perdere gran parte dei propri territori europei.

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