Hot Skull

Hot Skull, la nuova serie distopica di Netflix

Sıcak Kafa o Hot Skull è una serie distopica di Netflix orchestrata dal visionario regista sceneggiatore Mert Baykal

Hot Skull/Sıcak Kafa

In un mondo distopico colpito da un’epidemia che si diffonde attraverso la comunicazione orale, un’istituzione tirannica insegue un linguista immune dalla malattia.

Sentire cose stupide rende imbecilli

Hot Skull è una serie Netflix uscita lo scorso 2 dicembre che racconta di una Turchia nel pieno di un’epidemia dalle caratteristiche inedite. Normalmente siamo infatti abituati a osservare malattie mortali in stile Covid e peste, questa invece si trasmette tramite i suoni e la voce, rendendo completamente imbecille chiunque la contragga, privandolo della capacità di elaborare qualsiasi tipo di ragionamento. L’intera popolazione sana è costretta ad andare in giro con dei paraorecchie e una nuova realtà di stampo medico-militare chiamata SMK ha preso il controllo del paese opprimendone cittadini e, soprattutto, dissidenti.

Hot Skull
Murat

In questo mare di problemi e disperazione faremo la conoscenza di Murat, un ex linguista a capo dei primi studi sulla pandemia che, a seguito di alcuni esperimenti poco chiari, ne diventa de facto immune. Dico de facto in quanto, pur non contraendola mai, ogni volta che si trova a contatto con quest’ultima gli si riscalda il cervello (da cui il titolo della serie), provocandogli fastidi minori ma comunque significativi. Murat proverà a nascondere a tutti il proprio segreto nascondendosi in alcune zone periferiche di Istanbul, ma quando farà la conoscenza di Şule, meravigliosa ragazza legata ai Più Uno, gruppo di resistenza all’SMK, il suo mondo e l’intera Turchia cambieranno per sempre.

Il visionario Mert Baykal

Pur non inventando nulla, l’intera serie riesce a essere davvero visionaria sia da un punto di vista di regia che di sceneggiatura ed il merito va dato sicuramente a Mert Baykal, cuore e anima di questo progetto, nonché regista e sceneggiatore. La malattia in sé per come è raccontata è allo stesso tempo molto simile a cose già viste ed estremamente interessante per le sfumature che comporta; è infatti estremante semplice vederci metafore e parallelismi con un impoverimento culturale sempre più accelerato degli ultimi anni, con figure governative che tendono a sfruttare l’occasione anche con “maniere forti”.

Hot Skull
Şule

Le cose davvero interessanti sono però nelle piccole cose, nella scelta di adottare un’estetica che assomiglia tanto a The Last of Us quanto a una serie dai tratti psichedelici, il tutto senza ovviamente perder contatto con il mondo turco. Quest’ultimo, va detto, è rappresentato in modo molto diverso dal solito, mantenendo la sua particolarità e autenticità ma in contesto nuovo che raramente si è visto sugli schermi. Ogni episodio ha una scena di apertura fra l’onirico, il mistico e il futuristico dalla grandissima carica di estetica, ma anche le scene in cui entrano in scena le droghe e i deliri più totali riescono a colpire per bellezza e autenticità.

Una buona costruzione

Altro elemento di forza di questa serie sono i personaggi, praticamente tutti azzeccati sia a livello di recitazione che a livello di sceneggiatura. Chiaro, anche qui non stiamo osservando nulla di “mai visto”, ma ognuno di loro riesce, anche attraverso le sue difficoltà, a rendere la storia credibile e avvincente. Naturalmente fra questi è impossibile non citare Murat, che nella serie passa dal rifiutare l’umanità e la vita al combattere per il mondo, ma meritano una menzione d’onore anche Anton, Şule, Arif, Behzat, i membri del Più Uno e tanti altri che si scopriranno dopo diversi colpi di scena. Fra i “non protagonisti” ho apprezzato moltissimo tanto la figura di Erol quanto quella di Behzat.

Hot Skull
Anton

Il primo è una sorta di “Mister Wolf” turco in versione decisamente più casereccia, mentre il secondo, per quanto si sia imposto un semi-mutismo, le poche volte che parla non può che colpire il cuore. Ovviamente la serie non è esente da errori e ci sono alcuni coup de théâtre che si capiscono con diversi episodi d’anticipo, ciò però non danneggia significativamente la serie, che nel corso delle puntate andrà a velocizzarsi e far crescere sempre di più l’adrenalina.

Consigliatissima se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo, ben fatto e che sappia cercare il futuro. La serie è tratta dall’omonimo libro di Afşin Kum, ancora inedito in Italia, è disponibile su Netflix Italia ed al momento è composta da una stagione di 8 episodi, ognuno dei quali dalla durata di circa 1 ora.

Se non volete perdere nessun nostro contenuto, iscrivetevi al canale Telegram e alla nostra pagina Instagram, siamo presenti anche su Facebook.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!