Ebrei Turchia

Storia degli ebrei in Turchia

La storia degli ebrei in Turchia, dagli antichi romani fino alla nascita dell’odierna Repubblica turca

Dai Romani agli Ottomani

La presenza degli ebrei in Turchia ha origini antichissime, tanto che, secondo diverse fonti, essi si stabilirono in Anatolia sin dal 400 a.C., precedendo addirittura l’arrivo dei Romani. A testimonianza della grande presenza di ebrei in queste terre vi sono, fra le altre cose, anche gli Atti degli Apostoli, che citano spesso e volentieri città come Konya ed Efeso, luoghi in cui all’epoca erano già presenti grandi e solide comunità. Con la nascita dell’Impero bizantino subirono diversi disagi e persecuzioni, ma nulla a che vedere con quelle ricevute in Europa, cosa che ne favorì uno stanziamento duraturo nel corso dei secoli.

Ebrei Turchia
Ebrei di Bursa

Con l’arrivo degli Ottomani, la loro condizione migliorò esponenzialmente e in brevissimo tempo, tanto che dopo nemmeno 30 anni dalla nascita dell’Impero venne costruita una nuova sinagoga a Bursa, la prima capitale, tutt’oggi in uso. Il grande exploit della comunità ebraica arriverà tuttavia a seguito della Presa di Costantinopoli, quando Mehmed il Conquistatore decise di rivitalizzare la città facendo giungere comunità da ogni parte del suo Impero, inclusi gli ebrei, che nel giro di pochi anni arriveranno ad essere addirittura il 10% della popolazione cittadina, nonché una delle comunità più ricche e influenti in assoluto. Inizialmente la comunità israelita era formata soprattutto da Romanioti, ai quali si aggiunsero dapprima piccoli gruppi di Ashkenaziti e poi, a seguito dell’Editto di Granada, gran parte dei Sefarditi presenti nel mondo.

L’epoca d’oro

Nel 1492, infatti, i sovrani di Spagna e Portogallo decisero di espellere gli ebrei dalle loro terre e saranno proprio gli Ottomani a venir loro in soccorso. Bayezid II rispose al loro editto crudele con uno d’amore, garantendo a tutti gli ebrei ed i musulmani in fuga dalla Penisola iberica e italica (allora sotto il Regno d’Aragona) la cittadinanza ottomana e un rifugio dove ricominciare, arrivando ad accogliere ben 40’000 giudei. I nuovi arrivati si stanziarono soprattutto in Rumelia e nella Penisola balcanica, luoghi in cui erano persino preferiti ai cristiani, che si temeva complottassero con potenze straniere. L’incredibile disinteresse turco verso il commercio ne favorì anche un rapidissimo sviluppo economico, diventando in brevissimo gli abitanti più ricchi dell’Impero.

Ebrei Turchia
Ebrei sefarditi di Sarajevo

Grazie alle condizioni economiche favorevoli e, soprattutto, alla possibilità di praticare la propria fede in pace e in serenità, il loro numero crebbe esponenzialmente, tanto che in città come Gerusalemme si passò dall’avere 70 famiglie ebraiche nel 1488 ad addirittura 1500 agli inizi del 16° secolo; a Costantinopoli, in particolare, vi furono ben 30’000 ebrei, 44 sinagoghe e venne addirittura nominato un rabbino capo per tutto l’Impero ottomano. L’unico caso di tensione fra turchi e giudei si ebbe quando il rabbino e mistico Sabbatai Zevi si proclamò Messia, andando così a causare molti disagi alla Sublime Porta, ma va detto che quest’ultimo non era ben visto nemmeno da tutte le comunità ebraiche. Con la cattura e la successiva conversione di quest’ultimo all’Islam, nacquero i Dönmeh che affermavano pubblicamente di esser musulmani ma che segretamente rimanevano fedeli al messaggio Sabbatai Zevi.

Dal crollo dell’Impero ad oggi

Seguendo le sorti dell’Impero ottomano, a partire dal 18° secolo si registrò una sempre più marcata decadenza all’interno della comunità e ciò sia da un mero punto di vista numerico che economico. Molti degli ebrei ottomani abitavano infatti in Rumelia e nella Penisola balcanica e, con le sconfitte maturate dalla Sublime Porta, molti di loro finirono sotto il giogo di potenze europee come l’Austria. Ottimi esempi per comprendere il mondo giudaico-ottomano in tale periodo sono sicuramente la famiglia Camondo ed Emanuel Carasso. I primi fuggirono da Venezia nel 1798 per rifugiarsi ad Istanbul dove si trovarono tanto bene da fondare la prima banca dell’Impero ottomano e rimanere per sempre legati a questa città (la famosa scalinata Camondo a Beyoğlu fu fatta costruire proprio da Abraham Salomon Camondo); il secondo invece, pur essendo ebreo, divenne uno dei membri più importanti dei Giovani Turchi, perdendo il suo status solo con l’arrivo di Atatürk.

Ebrei Turchia
Abraham Salomon Camondo, uno dei più celebri ebrei in Turchia e creatore della famosa scalinata

Con la nascita dell’odierna Repubblica turca le cose si misero sempre peggio per tutte le minoranze, che videro la quasi definitiva perdita delle proprie ricchezze con l’introduzione della Varlık Vergisi, una speciale tassa patrimoniale che, con il pretesto di avere denaro per un’eventuale entrata in guerra, spostò il patrimonio delle minoranze nelle tasche turche. Fra il 1948 ed il 1951 gran parte degli ebrei turchi emigreranno di loro spontanea volontà in Israele, dando vita alla seconda più grande migrazione di massa dal paese dopo lo Scambio di popolazione con la Grecia; va detto che a metà degli anni “50 il 10% di quest’ultimi farà ritorno in Turchia per stabilirvisi definitivamente. Storicamente i due quartieri di Istanbul maggiormente legati al mondo ebraico sono quello di Balat, nella sponda europea, e quello di Kuzgunçuk, nella sponda asiatica.

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